Lo stabilisce la Corte di giustizia dell’UE nella causa C‑360/10 (SABAM/Netlog NV), che ha visto contrapporsi  la società degli autori belga contro il social network Netlog,  a cui era stato chiesto un filtro sui contenuti condivisi dagli suoi utenti, affinché non venissero più diffuse opere coperte dal diritto d’autore.  La Corte ha stabilito che non spetta al social network occuparsi del controllo dei contenuti postati, in quanto ciò contrasterebbe  con i principi della  Direttiva 2000/31/CE sui servizi della società dell’informazione, violando significativamente  la libertà d’espressione e intralciando  le normali attività di Netlog.

Secondo la Corte “l’ingiunzione rischierebbe di ledere la libertà di informazione, poiché tale sistema potrebbe non essere in grado di distinguere adeguatamente tra un contenuto illecito e un contenuto lecito, sicché il suo impiego potrebbe produrre il risultato di bloccare comunicazioni aventi un contenuto lecito“. Un eventuale sistema di filtraggio inoltre  impedirebbe all’azienda di attuare il suo business, mettendone a repentaglio la libertà di impresa,  in quanto un tale filtro sarebbe “complesso, costoso, permanente e completamente a sue spese“.